venerdì 28 ottobre 2016

Storia romanzata di Candida Tomeglio o Fenomenologia dello schifo che fate



Partiamo subito con lo stipulare un bel patto narrativo coi miei venticinque lettori. Io prometto di dire tutta la verità, soltanto la verità e nient'altro che la verità, e prometto di farlo nel modo più leggero, ironico e accattivante possibile. Voi, in cambio, dovete promettermi di arrivare in fondo a tutto questo articolo, di non barare saltando paragrafi e di concedervi, se necessario, del tempo per comprendere quello che realmente voglio dirvi, andando oltre i giochi retorici che potrei concedermi. Se non siete d'accordo, quella è la porta. Se invece siete d'accordo mettetevi comodi sul divano, prendetevi una bella copertina e qualcosa di caldo da bere perché andrò per le lunghe, ma vi prometto che ne varrà la pena.

Nel momento in cui ho iniziato a scrivere questo articolo era il ventisei di ottobre, nel momento in cui lo sto postando siamo alle vacanze di natale.

Ventisei ottobre, dicevo,

Candida Tomeglio è in quello che in questo momento mi pare essere l'apice della sua notorietà. Allo stato attuale non so se questo post sarà mai reso pubblico, ma ho bisogno di raccontare quello che ho vissuto e quello che ho imparato a dodici giorni dalla nascita del più grande troll della storia del Liceo Classico Empedocle. Un troll che, per citare Foster Wallace, è stata Una cosa divertente che non farò mai più.

Iniziamo.

La genesi di Candida Tomeglio ha il suo nucleo in delle stupide chiacchiere da bar tra me, Gaetano Scaduto, e il mio migliore amico, Gabriele Vaccari. Noi due, insieme ad Angelo Cumbo, che sarà poi eletto rappresentante di istituto del Liceo Classico Empedocle, avevamo la decisa intenzione di formare una lista per candidarci. Dunque, tra una chiacchiera e l'altra, iniziamo a cazzeggiare proponendo nomi di liste e punti ironici, anagrammi di oscenità come nomi, acronimi di "occupazione" come punti. Insomma, cazzate tra amici.

Quella che doveva essere la nostra lista poi diventerà la lista numero uno: "Piano D'Azione", che vedeva inizialmente me e Gabriele impegnati dietro le quinte ed Angelo, Vincenzo e Marco come candidati ufficiali. Dopo poco tempo Gabriele si tirò indietro, dissociandosi dalla lista e lasciando a me il ruolo di "mano nera" dietro Piano D'Azione.

Purtroppo o per fortuna, essendo io e Gabriele due cazzoni per natura, il pensiero di quella "Lista troll" non ci aveva mai abbandonato, e il dodici di ottobre questa voglia di prendere tutti per il culo diventa incontenibile. "Vieni a casa mia. Adesso. Facciamolo.". Non avevamo la minima idea di quello che sarebbe successo in seguito.

Nel giro di mezz'ora Gabriele è già a casa mia e, tra un caffè e una sigaretta, iniziamo a discutere delle basi teoriche e pratiche di questa Lista Troll. Prima di tutto il nome. Scartati nomi troppo offensivi decidiamo di puntare sulla mera presa per il culo della tendenza che c'è al Liceo Classico di chiamare le liste con nomi in latino. Un'idea mi fulmina, cerco sul dizionario Italiano-Latino come si dice culo ed è fatta. Abbiamo il nome. In Nate Discipulorum, letteralmente: "Nel culo degli studenti". Il nome del candidato capolista ce l'avevo già pronto: Candida Tomeglio, probabilmente il gioco di parole di cui son più fiero di tutta la mia vita.

Iniziamo dunque a fare i conti con il primo, enorme scoglio: per farci vedere dobbiamo entrare nel gruppo facebook del liceo classico. Il problema è però che il gruppo facebook dell'Empedocle com'è ora è nato a seguito della cancellazione di un precedente gruppo (credo ancora esistente e sul quale viene postata solo spam) che si era eccessivamente riempito di spammer e troll (dei quali, nessuno se lo ricorda, feci parte anch'io in tempi non sospetti con la "Lista W Laggente", parodia grillina. Credo andassi in quarto ginnasio, ma il fuoco del troll ardeva già forte in me.), A seguito della nascita di questo nuovo gruppo, il nuovo admin, all'epoca tale Alberto, che chi ha memoria storica riguardo il classico ricorderà sicuramente, prese tutte le precauzioni necessarie per evitare che si ripetesse l'accaduto e, una volta diplomatosi, lasciò a due pischelli di quinto ginnasio l'amministrazione del gruppo facebook, due che internet già allora sapevano come funzionasse e che sarebbero dovuti essere nelle intenzioni (e poi nei fatti) garanzia di pace e serenità all'interno del gruppo. Sto parlando di Ruggero e Salvatore.

Salvatore specialmente ha una certa esperienza nel campo del trolling (Nei bei vecchi tempi andati insieme ne abbiamo combinate davvero delle belle). Dovevamo quindi riuscire a trollare un troll, e non è mica cosa facile. Creiamo una mail (candida.messina@virgilio.it) e il profilo facebook,"Candida Messina". Non abbiamo la pazienza di far crescere per qualche giorno questo profilo per renderlo più realistico e decidiamo di puntare tutto su quello che è lo stereotipo della quattordicenne introversa che non si è ancora iscritta a facebook: Harry Potter, American Horror Story, qualche romanzo d'amore nella sezione informazioni e, ciliegina sulla torta, l'immagine del profilo.

                                          
                    E qui, signori, ci colpa quel genio del male che risponde al nome di Gabriele Vaccari

Dopo un'attesa di venti minuti che io ricordo come un paio d'ore la tensione è alle stelle, Salvatore risponde. Non dimenticherò mai il momento in cui ci rispose: io e Gabriele ci alzammo di scatto dalla sedia, urlando come per un goal alla finale dei mondiali e Gabriele disse la frase, poi divenuta iconica per noi: "IL PIU' GRANDE ERRORE DELLA TUA VITA SALVATO', IL PIU' GRANDE ERRORE DELLA TUA VITA!"
                                    
                     ANDIAMO A BERLINO BEPPE! (Notare xD e faccine che sono un tocco di classe)

Il programma era già stato scritto, la pagina l'avevamo creata mentre aspettavamo la risposta di Salvatore e cambiamo il cognome del profilo da Messina a Tomeglio. Cinque minuti per smaltire l'eccitazione e si va in scena. Gli ingredienti sono semplici: una bella fetta di parodia delle altre liste, 50gr di fascismo, un pizzico di gentismo e qualche battuta qua e là, cuocere il tutto a 666 gradi centigradi ed è fatta.

                                        
                                                              Noi diciamo NO! 

Salvatore, forse per grazia divina, forse perché si stava pisciando addosso dalle risate, lascia il post sul gruppo del liceo. In due ore prende meno di venti mi piace. Una completa disfatta. Scattate le due ore, Ruggero (l'altro admin) rimuove il post e ci banna. Tutto sommato Alberto ci aveva visto giusto.

Con il morale sotto i piedi passiamo il resto della serata a chiederci dove abbiamo sbagliato. Io, poi, sono uno di quelli che se a calcio sbaglia il primo pallone butta via tutta la stagione e non si riprende più, e in questo caso il pallone l'avevamo sbagliato più di Baggio nella finale del novantaquattro. Ma Gabriele è un guerriero e non si da per vinto: "Domani è un altro giorno, torneremo più forti di prima".
Dio mio se aveva ragione.

Piccola digressione, io e Gabriele sapevamo che mantenere la nostra identità un segreto sarebbe stata un'impresa non da poco e a tal proposito nacque un paragone che ci accompagnerà per tutta la storia di Candida Tomeglio. Noi siamo Spiderman, e come lui dobbiamo mantenere un'identità nascosta, perché le conseguenze di quello che potrebbe succedere se ci rivelassimo sarebbero imprevedibili. Se state leggendo questo articolo, vuol dire che abbiamo deciso di prenderci questo rischio. Peter Parker non ha più paura di nulla.

Più tardi quella sera, su Whatsapp, Gabriele propone un cambio di rotta per riuscire a spopolare: "Alla gente non interessa il nostro tipo di umorismo, non lo capisce, la gente vuole sparlare, vuole i pettegolezzi, noi questo dobbiamo dargli". E qua abbiamo il primo riferimento alla seconda parte del titolo di questo articolo "Fenomenologia dello schifo che fate." Gabriele aveva perfettamente ragione.

Il giorno dopo, a scuola, chi aveva visto il post sul gruppo facebook iniziava a chiedersi chi si celasse dietro lo pseudonimo di Candida Tomeglio e, come prevedibile, io e Gabriele eravamo visti come i principali indiziati da chi ci conosce. Fin qui tutto normale, neghiamo e andiamo avanti. Più tardi, quella stessa mattina, giusto per stuzzicare un po' la gente vado a commettere quello che fino ad adesso è stato il mio più grosso passo falso: scrivere sulla porta del bagno del terzo piano.

                                        
                                "Mentre espletate i vostri bisogni inferiori, noi vi guardiamo!"

Torneremo su questa scritta in seguito. Piuttosto, se siete arrivati fino a qua nella lettura vi ringrazio in anticipo, ho ancora molte cose da dire.

Quello stesso pomeriggio io e Gabriele iniziamo ad attuare una nuova strategia per attirare l'attenzione: spammiamo richieste d'amicizia. Ma non basta, penso io, e allora convinco quello che nel mondo reale è uno dei miei migliori amici, Emanuele, a collaborare con me per diventare "Ministro del regime" o qualcosa del genere. Il povero Emanuele, dietro promessa, che machiavellicamente non rispetterò, di aver rivelata la mia vera identità, condivide la nostra pagina sul suo profilo. Emanuele, anche se si è ormai diplomato, ha un certo ascendente su questo liceo e speravo che ci avrebbe fatto arrivare un po' di like alla pagina. Ma anche questa volta un completo fallimento. Piuttosto, Emanuele, se stai leggendo sappi che mi dispiace veramente tanto di averti mentito.

Ad ogni modo, passa qualche giorno e sia io che Gabriele continuiamo tranquillamente a negare le accuse di essere Candida Tomeglio. "Tranquillo compà, non possono provare un cazzo", mi dice Gabriele mentre io ero in preda ad uno dei miei attacchi di panico.

Nel frattempo inizio a costruirmi un alibi di ferro, creo false chat tra me stesso e Candida, elimino ogni prova dal mio telefono, cambio sensibilmente il mio modo di scrivere quando parlo da Candida e così via.

La voce inizia a girare anche fuori dal Liceo Classico, in tanti sono convinti che sia io, ma riesco a convincere quasi tutti del contrario. Esilarante è, a tal proposito, il modo in cui si è convinto il mio compagno di banco della mia innocenza.  "Quel Candida Tomeglio è per il No al Referendum, lo sanno tutti che Gaetano è per il sì!". Tutto questo non cogliendo l'evidente intento parodistico nei confronti del fronte del No al referendum da parte mia nel post di cui ho riportato lo screen più sopra. Fantastico, non c'è che dire.

Tutti aspettano la prossima mossa di Candida Tomeglio che non tarda ad arrivare, prendendo di mira, in questo caso, la Lista numero 2.

                                         
                                                           Questo è il mio capolavoro
   
Dopo quest'immagine la scuola esplode e la caccia all'uomo impazza. Io continuo a discolparmi a spada tratta da chi mi accusa, ma non tutti desistono. È qui che iniziano a spuntare dei detective della domenica che decidono di buttare buona parte del loro tempo e delle loro energie alla ricerca della risposta alla domanda che "tiene tutti con le pezze al culo": Chi è Candida Tomeglio? Siccome potrei spendere forti parole di disprezzo verso questi individui facciamo che manteniamo l'analogia con Spiderman e ci riferiamo a loro con gli pseudonimi di Doctor Octopus e Lizard .

E qui torniamo alla scritta nel bagno. I detective supercattivi restringono i sospetti a tutti quelli del terzo piano, ma una persona, un mio compagno di cui taccio il nome, riconosce la mia scrittura. Devo trovare una scusa perché mi ha colto davvero con le mani nel sacco: La mia R è riconoscibilissima. Ecco allora che nella disperazione riesco ad inventare una scusa tanto scontata quanto credibile "Sì, la scritta l'ho fatta io, e gliel'ho mandata su Facebook". Io, per trasferire i file dal telefono al computer utilizzo sempre la chat di facebook e, pur con qualche forzatura, la scusa sembra credibile. Il mio compagno non se la beve, ma questo alibi tornerà utile. Ad oggi, quel mio compagno è l'unico ad aver scoperto Candida Tomeglio.

Passano cinque giorni, qualche post e qualche immaginetta non troppo degna di nota e la CandidaTo-Mania, come mi piace definirla, continua a crescere. Significativo ai fini della nostra ricostruzione storica è a questo punto raccontare di un'immagine, postata credo tra il diciassette e il diciotto di ottobre, raffigurante una donna che si masturba davanti la foto di un ex-rappresentante che si è diplomato due anni fa e che è stato, per chi l'ha conosciuto, una vera leggenda. I detective hanno la prova che Candida Tomeglio sta al liceo, ogni ginnasiale è escluso dalle indagini. Il cappio si stringe.

L'immagine verrà poi rimossa dopo due ore a causa dei rimorsi della mia coscienza per aver pubblicato la foto di una persona senza il suo consenso. Gabriele, seppur riluttante, acconsente a rimuoverla (l'immagine fu tra l'altro creata da lui), ma tanto aveva già fatto il giro della scuola.

Il ventidue di ottobre è il giorno della svolta. Gabriele (che, ci tengo a specificarlo, è la mente geniale dietro quasi tutte le nostre immagini) aveva da giorni pronta un'immagine molto forte che io, nel mio costante e incontrollabile terrore di essere scoperto, cercavo far desistere a postare. Lui non vuole sentire ragioni. Non smetterò mai di ripeterlo, lui è un guerriero, io sono sostanzialmente un fifone. L'immagine si posta e da quel momento tutti i candidati rappresentanti ci odieranno a vita.

                                              
          "Fateci sapere quale lista voterete!" Piccola nota, il burattinaio in alto a sinistra sarei io.

Gabriele non ha peli sulla lingua, nemmeno per me, e non si fa problemi a provocare tutti. Io personalmente ho riso tantissimo quando mi sono visto come un burattinaio. Questa immagine ha poi contribuito a far crollare, insieme a quella che seguirà, ogni sospetto verso di me. D'altronde, che idiota sarei se mi additassi come burattinaio da solo? La gente purtroppo sottovaluta quanto io possa essere idiota.

Dopo questa immagine la situazione mi sfugge letteralmente di mano. La scuola si divide in due: chi Candida Tomeglio la ama e chi la vuole morta. Le indagini proseguono e diventano sempre più invadenti, fino a diventare davvero fastidiose. Per fortuna non mi faccio scappare l'occasione per sviare un po' le indagini e avere respiro, e quando il Doctor Octopus arriva a colpire, non mi faccio certo trovare impreparato
                                                
                                        "Io non ho nome. Io non ho sesso. Io sono Candida Tomeglio"

Il noumeno, per chi non lo sapesse, è per Immanuel Kant un concetto-limite rappresentante la cosa in sè. Kant si studia alla fine del secondo liceo e, facendo finta di non sapere cosa sia il noumeno, tolgo tutti i ragazzi di terzo dal campo degli indiziati. Il Doctor Octopus abbocca come un pesce, e io ho finalmente un po' di pace.

Gabriele decide di cavalcare l'onda dell'isteria generale intorno alla figura di Candida Tomeglio e, con il coraggio che lo contraddistingue, decide di postare la seguente immagine. "Chi è Candida Tomeglio? Votate!"

                                        
                                       In altro a sinistra potrete notare il mio bel faccino

Edgar Allan Poe disse che "Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista." devo dar ragione al buon Edgar Allan dato che dopo questa immagine nessuno o quasi mi ha più rotto il cazzo per strada dicendomi "Lo so che sei tuuu!!!".
Questa immagine è, tra l'altro, ancora oggi la più vista e spolliciata tra tutti i contenuti da noi postati, il ché va a confermare ancora una volta la profetica affermazione di Gabriele, che riporto nuovamente, in forma ridotta:  "[...] la gente vuole sparlare, vuole i pettegolezzi [...]" Di nuovo: Fenomenologia dello schifo che fate. Anzi, che facciamo.

Passa un altro giorno e a scuola si tengono le elezioni per i rappresentanti d'istituto. Il mio protetto, Angelo, arriva terzo eletto e qualcuno mette in giro la voce che Candida Tomeglio si rivelerà, adesso che le elezioni sono finite. Decido di rispondere a queste voci con il post più sincero che abbia mai scritto con Candida Tomeglio.

                                              
               Ogni riferimento a manga o anime di qualsiasi sorta è puramente casuale. Dico davvero,                                  anche se la gente ha iniziato ad indagare sui fan di Death Note.

Per la prima volta esco dal personaggio, sfondo la quarta parete e dico a tutti quello che significa veramente Candida Tomeglio per me: Libertà. E qui, nei commenti, negli apprezzamenti e nei messaggi a seguito di questo post realizzo un paio di cose: che ci sono un sacco di persone che avevano capito dall'inizio l'intento di questa pagina e che la apprezzano, e altrettante che non hanno capito un cazzo. Voglio ringraziare dal profondo del cuore tutti coloro i quali hanno mostrato apprezzamento. Voi siete il meglio del meglio, difendetemi quando i vostri compagni di classe mi daranno dell'infame. Dopo quel post abbiamo continuato a costare contenuti vari ogni tanto giusto per divertirci, ma quello resta l'apice della nostra attività tomegliana.

Chi non ha capito proprio un cazzo è, invece, il duo dei supercattivi. Dopo aver concentrato i loro sospetti su un povero cristo di seconda E che niente ha a che fare con questo profilo, una volta che questo tizio si discolpa, lo usano come arma. Mi inizio davvero a rompere le palle.

                                            
                                                 Noumeno. Vi ricorda qualcosa?

C'è una storia divertente dietro questo screen. Io e Gabriele ci siamo divisi la maggior parte dei compiti, lui le immagini (con qualche sporadica eccezione), io i post, i commenti un po' l'uno e ognuno di noi rispondeva ad una determinata persona in chat, di modo che questa avesse sempre l'impressione di star parlando con lo stesso individuo. Ebbene, Gabriele stava parlando con il tizio dello screen quando per puro caso cade anche a me l'occhio sulla conversazione e vedo la cosa del noumeno. Collego subito, è ovviamente un sicario del Doctor Octopus. Stupidi, ci vuole di più per fregare Spiderman. E insomma, Gabriele scrive "anche" e io, proprio come quel tizio che durante la guerra fredda, rilevando da un radar una possibile testata atomica in volo aspettò a lanciare l'allarme per evitare un olocausto nucleare, ho salvato la situazione con quel "qualsiasi cosa sia".

Ogni Spiderman che si rispetti ha bisogno della sua Mary Jane, e proprio il giorno in cui ho pubblicato quel post ho trovato la mia Mary Jane. Mary Jane, della quale il vero nome rivelerò in seguito, è assolutamente la cosa migliore che questo profilo mi abbia regalato, anche perché oltre a questo mi ha dato solo tanto stress, una manciata di like, e un paio di lezioni di vita che illustrerò in seguito. Con Mary Jane ho chattato più di quanto, dal mio profilo reale, abbia chattato negli ultimi sei mesi con chiunque, e alcune di queste discussioni sono fortemente esplicative di quello che è Candida Tomeglio.
                       
                                     

                                                     Je ne regrette rien

Anche qui mi tocca aprire una piccola digressione per potervi raccontare di quello che significa conoscere una persona (anche ad un livello abbastanza profondo, devo ammettere) senza che lei possa sapere chi tu sia. La cosa più rilevante è senza dubbio il senso di completa libertà che l'anonimato conferisce. Dopo due giorni lei sapeva già più cose di me di quante ne sappiano gran parte dei miei amici, per il semplice fatto che non dovevo provare nessuna vergogna a dirle qualcosa che mi avrebbe mostrato vulnerabile, debole o degno di qualsivoglia disprezzo. Tanto non l'avrebbe mai saputo. Non nascondo però di essermi sentito un po' in colpa per il fatto che io potessi sapere chi lei fosse e lei non potesse sapere chi fossi io. Ma dopo quattro giorni di chattate nell'anonimato mi rivelo a lei: è la prima persona a sapere chi si nasconde dietro Candida Tomeglio.

Continuiamo a chattare per giorni, poi per settimane, ogni mattina prendiamo il caffè insieme al bar della scuola, e come ogni storia che si rispetti, finisco per innamorarmi perdutamente.
Mary Jane è Maria Laura, e noi due siamo stati insieme per otto mesi. Senza Candida, tutto questo non sarebbe mai successo. Questa non ve l'aspettavate, vero?

                                           
                                                       Una rara foto di me e Mary Jane

Direi che è il momento di iniziare a parlare del perché ho deciso di rendere pubblico chi ci fosse dietro Candida Tomeglio. Negli ultimi giorni di isteria generale intorno alla mia identità ho visto tanta gente fortemente infastidita dal fatto che quei maledetti aspiranti detective fossero assolutamente certi di averli in pugno e che loro fossero Candida Tomeglio. Ho visto tristezza negli occhi di questi poveri cristi, e la cosa mi ha fatto sentire in colpa. Non che pensassi che la colpa fosse davvero mia, né io né Gabriele abbiamo mai voluto far male ad una mosca, ma per colpa nostra si era generata quell'isteria che adesso, anche in piccolo, stava facendo male a qualcuno. Non volevo questa responsabilità. Ho passato una buona giornata in preda all'ansia dopo aver realizzato tutto questo ma il colpo di grazia, quello che, se state leggendo, ha portato me e Gabriele ad appendere il costume da Spiderman al chiodo e rivelarci è stata una conversazione con due individui che nella vita reale stimo e ammiro, e speravo che il reciproco rapporto di stima e ammirazione fosse ricambiato anche sotto le mentite spoglie. Invece no. Quando ho chiesto a queste due persone la loro autorizzazione per postare un'immagine che li ritraeva (né io né Gabriele volevamo avere qualche problema di sorta con le leggi sulla tutela dell'immagine o cose simili) la risposta che ho ricevuto è stata stizzita, carica di fastidio e disprezzo.

Ma come? Proprio voi, che avete riso nei commenti, che a scuola ne parlavate divertiti, proprio voi adesso venite a mostrare la falsità che si cela dietro quel sorriso di circostanza? Proprio voi non avete avuto il coraggio di sentenziare davanti a tutti che Candida Tomeglio è un coglione che non fa ridere nessuno? Se non mi sono rivelato prima è per paura di gente che, forse come voi, ne dirà di ogni alle spalle mie e di Gabriele per chissà quanto tempo. Ma sapete cosa? Non me ne frega un cazzo. Io non vi porto certo rancore, vi voglio bene, voglio bene a tutti, anche se un po' mi avete deluso.

E così il castello di carte è crollato, il vetro si è rotto e ci siamo resi conto che nei fatti Spiderman non era visto come l'eroe che è, ma come il criminale che il Daily Bugle si ostina a dipingere. E ora cosa resta?

Resta questa, la storia di Candida Tomeglio, di quello che c'è dietro, di quello che abbiamo imparato e dell'amore che ho trovato. Ma prima di parlare di quello che ho imparato, voglio chiarire una volta e per tutte perché ho deciso di mettere una maschera e di fare tutto quello che ho fatto.
                                           

                                   Si ringrazia Walter White per aver parlato al posto mio

L'ho fatto per me. Mi piaceva. Ero bravo. Mi faceva sentire vivo. Non mi sento di aggiungere altro, che si tratti di cucinare metanfetamine o di fare satira scadente il punto è sempre quello: I liked it. I was good at it. I was alive.

Mi faceva sentire vivo, mi faceva sentire libero. Per un paio di mesi ho potuto mettere una maschera e in qualche modo realizzare il sogno di diventare un supereroe. Forse vi sembrerà ridicolo, forse lo è, ma forse, per un istante, ho potuto capire cosa fosse la libertà. Ho potuto capire cosa significasse non preoccuparmi delle conseguenze delle mie azioni, non preoccuparmi del giudizio degli altri, non preoccuparmi di quello che diranno, penseranno, odieranno. Forse, per un momento, mi sono liberato da tutto questo. Forse, per un momento, sono stato Vivo. Per la prima volta da troppo tempo sono stato finalmente, totalmente, Vivo.

E se ho fatto qualche errore, se ho offeso qualcuno, se ho creato problemi mi scuso dal profondo del cuore: né io né Gabriele abbiamo mai voluto fare del male, quello che volevamo era sentirci dei supereroi, come dei bambini che immaginano mondi fantastici dove hanno superpoteri e combattono i cattivi e tutti li vedono come eroi. Io e Gabriele siamo due eterni bambinoni, ma se essere infantili è un crimine, arrestateci pure.

Credo di non poter rimandare più il momento delle conclusioni.

Quello che era nato come un troll si è trasformato, col passare dei giorni, in quello che può essere considerato un vero e proprio esperimento sociale. Come si comporta un microcosmo scolastico davanti la comparsa di un troll anonimo non aggressivo?

Si comporta, se vogliamo categorizzare al massimo, in tre modi.

A) Non gliene frega un cazzo
B) Gli frega di sapere chi sta dietro il troll
C) Gli frega del contenuto

Ho imparato che i primi sono la stragrande maggioranza: su cinquecentoquaranta persone (grossolana stima dei frequentanti il liceo, il ginnasio è stato coinvolto un minuscola parte) almeno quattrocento non si sono interessate per un motivo o per un altro. Cosa assolutamente non deprecabile, ci tengo a precisare.

Ho imparato che i secondi sono particolarmente fastidiosi, disposti a tutto e anche decisamente ingenui, oltre che facilmente manipolabili e spesso, non me ne vogliano, stupidi. Stupidi perché con la loro attività che ha creato disarmonia all'interno della scuola (o, per lo meno, all'interno della mia testa) hanno fatto finire un progetto che una grande maggioranza di loro apprezzava.

Ho imparato, e questa è decisamente la cosa più bella che ho imparato, che il gruppo C coincide praticamente in toto con quelli che nel "mondo reale" sono i miei amici, i miei conoscenti più stretti o comunque persone che ammiro e stimo (salvo ovviamente le ipocrisie di facciata). E tra quei pochissimi che non conoscevo così bene, beh, c'è Mary Jane. E nonostante tutto, se potessi tornare indietro lo rifarei mille volte.

Dopo tre giorni in cui la stesura di questo articolo mi ha tolto gran parte del sonno, sono finalmente pronto per la mia parte preferita: la chiusura. Ah, piuttosto, se siete arrivate qui vi siete dimostrate persone oneste: avete rispettato il patto. E per voi, solo per voi, la risposta all'ultima domanda rimasta.

Chi è Candida Tomeglio?

Candida Tomeglio è un troll. Candida Tomeglio è un esperimento sociale. Candida Tomeglio è Gaetano Scaduto e Gabriele Vaccari. Candida Tomeglio è satira. Candida Tomeglio è parodia. Candida Tomeglio sono tutti coloro che l'hanno capita. Candida Tomeglio sono tutti coloro che l'hanno sopportata. Ma soprattutto, quello che veramente è Candida Tomeglio, l'aspetto più vero che c'è dietro a Candida Tomeglio è questo: Candida Tomeglio è Spiderman.

                                       

                             Dal vostro amichevole Candida Tomeglio di quartiere, questo è tutto

martedì 6 settembre 2016

Apologia della corsa ai banchi

Primo giorno. Tantissimi sono i ricordi che mi riaffiorano alla mente quando penso ai miei primi giorni, dalle elementari fino al liceo. Ma se c'è una cosa in particolare che la mia testa associa subito al primo giorno, quella è senz'altro la corsa ai banchi.

Sempre più scuole col passare degli anni cercano di contenere, limitare e nel peggiore dei casi abolire questa pratica barbara, che comporta flotte di ragazzi che si trasformano in mandrie di tori imbufaliti pronti a tutto pur di arrivare  per primi nella propria classe e poter scegliere il banco che più gli fa comodo. Spesso si tratta dell'ultimo.

Una pratica che nasconde sicuramente una sua pericolosità che non è difficile immaginare, che ha portato molte scuole a prendere delle precauzioni in merito, come far entrare per classe, chiamare un appello o minacciare provvedimenti al minimo scatto.

In questa noiosa mattinata di inizio settembre mi sento in dovere, quasi alla vigilia del mio ultimo primo giorno, di prendere le difese della povera corsa ai banchi.

La corsa ai banchi è l'emblema per eccellenza del primo giorno, che a sua volta è senza troppi problemi l'istituzione più emblematica del calendario scolastico. Perché alla fine il ballo di fine anno non è ancora quella tradizione radicata come lo sono i proms statunitensi, la festa di carnevale dopo le elementari non si fa più e l'ultimo giorno alla fine non è altro che un piuttosto deprimente mucchio di poveri cristi che sono rimasti in classe fino a giugno che al suono dell'ultima campanella finiscono per inzupparsi dalla testa ai piedi. Carino, per carità, ma non è il primo giorno.

Del primo giorno ci sono tante piccole cose che apprezzo: rivedere vecchie facce che non vedevi da mesi, la gran parte delle quali ancora incredibilmente annerite dall'abbronzatura, il compagno spavaldo che si presenta in bermuda subito cazziato dal personale scolastico, i professori che provano timidamente ad interessarsi a come i loro alunni abbiano passato le vacanze, il riprendere una routine giornaliera tipicamente invernale con quel retrogusto di novità e sudore ascellare che non guasta mai. Tutte cose belle, ma la corsa ai banchi è un'altra storia,

La corsa ai banchi, gesto considerato forse marginale, rappresenta il vero cuore pulsante di quella sempre poetica prima giornata di scuola. Questo perché la corsa ai banchi arriva ad assumere svariati significati, alcuni dei quali vale la pena di elencare.

1)La corsa ai banchi è garante di puntualità. Senza di essa, difatti, la meravigliosa calca di facce vecchie e nuove ammassate davanti all'entrata della scuola sarebbe più contenuta. Provate ad immaginare la tristezza di un primo giorno di scuola dove le persone entrano secondo i loro normali regimi, con tanto di ritardi ed entrate a seconda ora. Trovo piuttosto triste dover rimandare le classiche chiacchiere da "cosa hai fatto questa estate?" alla ricreazione, rimpiazzando quella magica ventina di minuti con un grigio intervallo,

2)La corsa ai banchi è una manifestazione d'intenti. Chi corre per un banco, non corre tanto perché gli piace sapere di essere seduto nella quarta fila laterale lato corridoio, ma lo fa perché ogni banco rappresenta a modo suo il primo passo per raggiungere un obbiettivo. La corsa ai banchi è spesso erroneamente scambiata per la corsa agli ultimi posti. Per esperienza personale invece ho imparato che tutti hanno in mente un banco da prendere, e non sempre è l'ultimo, Non capita di rado di sentire uno studente carico di buoni propositi per il nuovo anno scolastico che, forse a malincuore, annuncia di volere il primo banco per limitare le distrazioni e provare a rendere meglio. Così come ovviamente non manca mai la controparte classica, che vuole il posto il più lontano possibile dagli occhi del docente. Senza contare poi le strampalate teorie di chi sostiene che "in realtà al primo banco non ti caga nessuno, i professori guardano sempre all'ultima fila", o le infinite vie di mezzo. Resta però un fatto che quella frenetica corsa non è solo la corsa verso uno sterile pezzo di legno, ma è soprattutto una interessante manifestazione delle intenzioni per l'anno che verrà.

3)La corsa ai banchi è sana competizione. Darwinismo allo stato puro. La corsa ai banchi è presa molto seriamente dagli studenti più paranoici, il che li spinge a cercare di superare con ogni escamotage gli altri pur di non perdere il banco desiderato. Conosco storie di pendolari che si presentano davanti i cancelli alle sette di mattina, gente che fa carte false per strappare una soffiata a qualche bidello pur di conoscere l'esatta ubicazione della classe. Si sprecano i discorsi sulle corse a perdifiato, sugli spintoni, o su gesti ancora più arditi (due o tre anni fa scavalcai di netto un banco con una movenza in pieno stile olio cuore pur di arrivare all'ultima fila, per fare un esempio).

Ma la verità è una sola. La corsa ai banchi è perfettamente inutile.

Ebbene sì, perché col passare dei giorni e delle settimane pochissime saranno le postazioni che rimarranno le stesse. Gli studenti più irrequieti saranno inevitabilmente portati a forza dalle ultime file dritti sotto gli occhi dei professori, i ragazzi sopra il metro e ottanta sono ineluttabilmente destinati a stare in fondo o ai margini della classe per non ostruire la vista dei compagni dietro di loro, gli occupanti degli ultimi banchi si renderanno conto di essere abbastanza lontani dalla lavagna per dover perdere mezza diottria a riga e cercheranno di occupare postazioni con una visuale più nitida e le coppie più affiatate consacrate alla chiacchiera saranno brutalmente separate in nome del silenzio.

Alla fine della fiera, l'organismo classe assumerà spontaneamente una forma propria, forse la forma migliore possibile per l'organismo stesso, a discapito delle egoistiche pretese dei singoli.

La corsa per i banchi si risolverà quindi alla fine in un risultato nullo. A nulla saranno servite le corse e gli sforzi. Eppure quella corsa resta il cuore pulsante dell'agrodolce primo giorno, senza la quale questo cambierebbe completamente la sua fisionomia, diventando irriconoscibile. La corsa ai banchi è dunque una pratica insostituibile, che dovrebbe essere considerata anche intoccabile.

E niente. Buona corsa, e buon primo giorno.